MILANO – Ieri pomeriggio il Comitato di redazione del Corriere della Sera ha incontrato l’azienda che ha ufficialmente presentato il documento che avvia la procedura per i prepensionamenti, con accesso ai contributi statali. «Si tratta – denuncia il Cdr – di un documento irricevibile, in quanto, testualmente, “comporterà per il Corriere della Sera una riorganizzazione del lavoro dalla quale conseguiranno 50 esuberi su un organico complessivo di 354 giornalisti”».
«Di fatto – incalza il Cdr – l’azienda ci prospetta un taglio del 15% del corpo redazionale. Un obiettivo inaccettabile perché comporterebbe un drastico impoverimento del giornale. Se poi il numero di 50 esuberi non dovesse essere raggiunto, la ricaduta economica per l’intera redazione sarebbe pesantissima. Questo in un’azienda che lo scorso anno ha distribuito dividendi per oltre 30 milioni».
A fronte di questi tagli, i giornalisti evidenziano che «Rcs prevede investimenti irrisori e di dubbia natura. Inoltre non viene confermato in maniera chiara ed esplicita il cambio del sistema editoriale, annunciato “entro il 2020” in una precedente riunione. In caso di prepensionamenti, infine, si parla di ingressi di “nuove figure legate al mondo digitale”, lasciando dunque intendere che possano essere non giornalisti. Prospettiva che il Cdr rigetta con forza».
«Il piano – conclude il Cdr del Corriere della Sera – punta su una nuova “riorganizzazione aziendale con vocazione al digitale” che non lascia immaginare, nemmeno in linea teorica, le possibili ricadute economiche in grado di invertire il trend negativo di ricavi editoriali e pubblicitari». (giornalistitalia.it)