ROMA – Cinquant’anni di dolore, di ricerca della verità, di depistaggi, di processi senza colpevoli. Cinquant’anni dalla bomba alla Banca Nazionale dell’Agricoltura di piazza Fontana a Milano: 17 morti e 88 feriti, il 12 dicembre 1969. Una storia che Rai Fiction e Aurora tv fanno rivivere nella docu-fiction di Francesco Miccichè “Io ricordo Piazza Fontana”, in onda giovedì prossimo, 12 dicembre – giorno dell’anniversario –, in prima serata su Rai1.
Un racconto che segue il filo della memoria di Francesca Dendena – interpretata da Giovanna Mezzogiorno – figlia allora diciassettenne di Pietro, una delle vittime della strage: “Quel giorno – ricorda – era stato a Crema, a un funerale, era in ritardo e si era seduto per ultimo al tavolo ovale sotto il quale era nascosta la valigetta con la bomba”.
È lei, che è stata anche presidente dell’Associazione dei Familiari delle Vittime di Piazza Fontana e che è scomparsa nel 2010, a ripercorrere le tappe giudiziarie, e non solo, della storia che prende vita nelle immagini della docu-fiction: il giorno dei funerali, la prima pista investigativa – quella anarchica – i processi spostati a Catanzaro e a Bari, i viaggi, le speranze, gli appelli.
Fino all’ultimo dolore e all’ultima beffa: la sentenza definitiva della Corte di Cassazione nel 2005 che attribuisce la strage al gruppo eversivo neofascista di Ordine Nuovo, ma dichiara non punibili i responsabili, Franco Freda e Giovanni Ventura, in quanto già definitivamente assolti anni prima. E le parti civili devono pagare le spese processuali.
Attraverso le immagini di repertorio, i ricordi di Francesca e le interviste ai protagonisti – tra passato e presente – rivivono anche i legami umani che da cinquant’anni uniscono in modo indissolubile i familiari delle vittime, la loro solidarietà, la diffidenza verso le istituzioni, la ricerca – ostinata – della verità. Tra loro, Carlo Arnoldi, Pietro Chiesa, Matteo Dendena, Paolo Dendena, Paolo Silva.
E ci sono le testimonianze di quanti hanno incrociato la storia della strage di piazza Fontana come il magistrato Guido Salvini che ha caparbiamente continuato a cercare la verità, riaprendo l’inchiesta; l’avvocato Federico Sinicato, uno dei legali di parte civile; il Prefetto Achille Serra, allora vicecommissario che intervenne per primo dopo la strage; e Martino Siciliano, esponente di Ordine Nuovo legato a Freda e Ventura.
E, ancora, i giornalisti Bruno Vespa e Giampiero Mughini, lo storico Aldo Giannuli, e Fortunato Zinni, impiegato della Banca sopravvissuto allo scoppio della bomba. (giornalistitalia.it)