REGGIO CALABRIA – Non servono sforzi d’ingegno, né paroloni: Nicola Gratteri, a capo della procura di Catanzaro dopo essere stato, per tanti e fertili anni, procuratore aggiunto a Reggio Calabria, sarà insieme ai giornalisti italiani il primo maggio a Reggio Calabria per la Festa del lavoro organizzata, per la prima volta nella sua storia, dalla Federazione nazionale della stampa italiana.
Orgogliosamente calabrese, modi schietti e veraci come la terra in cui, nella sua Gerace, ama coltivare i pomodori, Nicola Gratteri è il magistrato che, più di ogni altro, ai giorni nostri, incarna la lotta alla ‘ndrangheta. La mafia, partita anche questa dalla Calabria – che, purtroppo, non regala ai suoi figli soltanto buoni frutti –, e diventata, con le sue ramificazioni nazionali ed internazionali, l’organizzazione criminale più potente al mondo. Un primato triste e feroce a cui il procuratore amato dalla gente e odiato dai potenti, che alla lotta sul campo affianca l’analisi sui libri e la predica tra i banchi di scuola, non intende rassegnarsi: lo dirà, ancora una volta forte e chiaro – è il suo imprinting –, alla platea di giornalisti, rappresentanti delle istituzioni, delle forze politiche e sociali e ai cittadini che si ritroveranno all’Auditorium Calipari di Palazzo Campanella, sede del Consiglio regionale della Calabria, martedì prossimo, 1 maggio, dalle 9.30 alle 17.30, in una giornata ideata e messa a punto dalla Fnsi per piantare semi di progetti concreti.
Non vuole essere e non sarà l’occasione delle chiacchiere, questa Festa del lavoro, dei diritti e della dignità targata Fnsi e la presenza di Nicola Gratteri, tra l’altro socio onorario del Sindacato Giornalisti della Calabria (in rete gira ancora e spesso la foto della consegna della tessera ad honorem al magistrato dalle mani di Carlo Parisi, segretario dell’Assostampa Calabria, all’epoca, nel 2014, vicesegretario della Fnsi, oggi segretario generale aggiunto, e di Franco Siddi, allora segretario generale della Federazione della stampa), sta a sottolinearlo. Qualora ce ne fosse bisogno.
Perché la legalità e il suo rispetto hanno bisogno di sostanza, non di forma. Di fatti, di progetti, di azioni, di persone. Non di “piedistalli di cartone”, come ha felicemente ribadito un altro che la ’ndrangheta, purtroppo, la conosce bene, Michele Albanese. Ci sarà anche lui, giornalista della Piana di Gioia Tauro costretto a vivere sotto scorta (Gratteri lo fa da trent’anni), responsabile della Legalità per la Fnsi, in mezzo ai colleghi a Reggio Calabria per una Festa che intende dare voce ai lavoratori, ai giornalisti, ma non solo, a quanti si alzano ogni giorno credendo che abbia ancora un senso lottare. Primo, per il lavoro. Che a certe latitudini fa rima con onestà. (giornalistitalia.it)
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