NOVARA – «Bisogna consolidare un rapporto sempre più stretto con la città, recuperando i valori di quella “novaresità” schiva e riservata, ma assolutamente limpida e reale, che da sempre rappresenta le fondamenta culturali della nostra società». È questo il proposito di Sandro Devecchi, direttore del “Corriere di Novara”. Un pensiero fisso da una decina di giorni.
«Siamo un trisettimanale – precisa Devecchi – un punto di riferimento per il territorio. Il giornale si è stabilizzato sulle 15 – 20 mila copie per numero. Le vendite in edicola sono ancora interessanti ma diminuiscono gli introiti pubblicitari, anche per cause economiche generali. Proprio per questo, occorre insistere sull’identità della testata e sulla qualità dell’informazione».
Nei propositi del nuovo direttore, la testata rappresenterà quella “Novara che ce la fa”, che sa raccogliere le sfide importanti per trasformarle in opportunità. Dovrà svolgere il ruolo che compete a un grande organo d’informazione, orgoglioso dei suoi valori e di una storia di oltre 140 anni. Avrà spazio una città, proiettata nel futuro e nella modernità.
«Lo farà – garantisce Devecchi – senza essere il portavoce do nessuno. A costo di essere scomodi».
La redazione si avvale di sei giornalisti assunti con l’articolo 1 del contratto di lavoro, tre grafici editoriali, una decina di collaboratori assidui e altrettanti più saltuari.
Programmi per l’immediato? «Bisogna aggiornare la pagina web per consolidare il rapporto con i nostri lettori. Nell’era del virtuale, un sito è indispensabile, ma ci deve essere una collaborazione con la carta stampata in modo che un si cannibalizzino uno con l’altra ma costruiscano una sinergia utile per entrambi».
Adesso l’argomento maggiormente dibattuto è il cambio dell’allenatore del Novara calcio: Eugenio Corini, dopo l’ennesima sconfitta contro l’Ascoli, è stato esonerato. Al suo posto, Mimmo Di Carlo per centrare l’obbiettivo salvezza.
Una vita intera, quella di Sandro Devecchi al “Corriere di Novara”. Nel 1982, quando è arrivato in redazione, era un ragazzino.
Il primo articolo firmato? «La cronaca di una partita di basket. Niente d’importante: era un incontro di serie D. Giocava il Novara contro una squadra piemontese che in questo momento non ricordo». Però «ricordo che il giornale sembrava preistorico. Si stampava con il piombo. Si telefonava dalla scrivania con apparecchi fissi. Si usavano macchine da scrivere che tutte quante insieme facevano il rumore di una mitraglia».
A quel tempo, il “Corriere di Novara” usciva in edicola una volta a settimana. Nel 1986, evolvendosi, si è aggiunto un altro numero. E, adesso, le edizioni sono diventate tre.
«Sono cambiate le tecnologie – parola del direttore –, sono successe tante cose, ma il legane sentimentale con il giornale era e resta indissolubile. Per questo sono orgoglioso di poterlo dirigere. Lo considero un privilegio». (giornalistitalia.it)