SPALATO (Croazia) – Prosegue l’opera di messa in discussione della libertà di stampa in Croazia da parte delle autorità pubbliche. Dopo la sospensione dei finanziamenti ai media no-profit, prima decisione assunta dal controverso ministro della Cultura, Zlatko Hasanbegović, seguita dall’imposizione di cambi al vertice della televisione pubblica, questa volta è il principio della libertà d’opinione a essere messo in discussione in seguito all’aggressione ai danni del giornalista e scrittore Ante Tomić, avvenuto a Spalato il 31 marzo scorso.
Tomić, collaboratore delle testate nazionali Slobodna Dalmacija e Jutarnji List, noto per lo stile satirico, è stato aggredito da due uomini poco dopo le 22 mentre si allontanava in compagnia di due amici da un festival cui aveva preso parte a Spalato.
Secondo la ricostruzione fornita dai testimoni, gli assalitori hanno cercato di colpire al volto il giornalista apostrofandolo come “feccia jugoslava”.
Identificati e arrestati i responsabili, a fare scalpore sono state le parole del ministro della Cultura che commentando l’accaduto per l’emittente Nova TV, dopo aver espresso la condanna generica verso qualsiasi attacco ai danni di “un cittadino”, ha voluto richiamare “l’importanza di rispondere per quanto si dice o scrive in pubblico”.
La dichiarazione ha suscitato forti reazioni da parte della stampa nazionale in quanto sembra legittimare le ragioni degli assalitori. Alcune testate nazionali come Jutarnji List e telegram.hr hanno commentato l’episodio come sintomatico del clima di intimidazione in atto nel paese ai danni dei media.
Secondo Jutarnji List, il vero movente che ha portato all’attacco dello scorso giovedì contro Tomić sarebbe il clima sociale creatosi in Croazia dal 2014, “che poggia sulla cultura dei commenti su Internet, delle fanzine di destra, dei sermoni del prete locale, una cultura che da qualche mese a questa parte è divenuta dominante. Secondo questo paradigma culturale, Tomić sarebbe corresponsabile dell’attacco subito, se la sarebbe cercata, proprio come sostiene il ministro nella sua reazione”.
Preoccupazione per l’episodio è stata espressa anche dalla Federazione europea dei giornalisti, che ha definito la dichiarazione di Hasanbegović “non solo rude e scandalosa, ma pericolosa”.
In risposta alle pressioni generalizzate ai danni dei media, registrate in Croazia negli ultimi mesi, Efj ha presentato il 16 marzo scorso un esposto al Consiglio d’Europa in cui richiama l’attenzione sulle minacce all’indipendenza dell’emittente pubblica e dell’agenzia che ne regola il funzionamento in Croazia. (Osservatorio Balcani e Caucaso)
L’aggressione al giornalista Ante Tomić non è che l’ultimo, gravissimo, episodio