Ai funerali in Vaticano il presidente della Repubblica Mattarella con Astori e Siddi

Commosso addio a monsignor Pierfranco Pastore

Mons. Pierfranco Pastore

Mons. Pierfranco Pastore

CITTA’ DEL VATICANO – Accolto dal segretario generale della Cei, monsignor Nunzio Galantino, il presidente della repubblica, Sergio Mattarella, ha partecipato ieri alle esequie di monsignor Pierfranco Pastore, storico segretario del Pontificio Consiglio per le Comunicazioni Sociali. Il rito è stato presieduto dall’arcivescovo Claudio Maria Celli, presidente del dicastero, e tra i concelebranti c’erano il prefetto della nuova segreteria per le Comunicazioni, monsignor Dario Edoardo Viganò, il portavoce della Santa Sede, padre Federico Lombardi. Con il vice, padre Ciro Benedettini, e quello della Cei don Ivan Maffeis, con il predecessore, don Francesco Ceriotti.
In tutto erano più di venti i concelebranti nella piccola cappella della “casa assistenti” dell’Azione Cattolica, associazione rappresentata dall’assistente generale monsignor Mansueto Bianchi. Nella semplice residenza, che ospita i sacerdoti in servizio alla Cei, viveva da molti anni il vescovo Pierfranco Pastore, figlio del sindacalista Giulio e fratello del conduttore del Tg2, Mario.
A condividere il dolore della famiglia e della comunità presbiteriale c’erano tanti suoi amici, tra i quali molti giornalisti come il consigliere del presidente Mattarella per la comunicazione ed ex direttore dell’Asca, Gianfranco Astori, il consigliere d’amministrazione della Rai ed ex segretario generale della Fnsi, Franco Siddi, sempre vicino al giornalismo cattolico, lo storico vaticanista ed ex vicedirettore dell’Osservatore Romano, Carlo Di Cicco, il direttore amministrativo ed organizzatore dei viaggi papali, Alberto Gasbarri, consulente dei programmi religiosi Rai (rappresentata dal coordinatore del Servizio Rai-Vaticano, Massimo Milone).
Lo storico segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali è morto all’età di 88 anni. Figlio del grande sindacalista Giulio Pastore, fondatore e primo segretario della Cisl, e fratello del conduttore del Tg2, Mario, era stato elevato all’episcopato da Giovanni Paolo II nel 1994, a coronamento di un lungo servizio alla Sede Apostolica.
Nato il 21 aprile 1927 a Varallo Sesia, in provincia e diocesi di Novara (dove verrà trasferita la salma), aveva ricevuto l’ordinazione sacerdotale nel 1950. Era redattore capo del programma “4 voci” della Radio Vaticana e consulente dei programmi religiosi della Rai quando, il 3 giugno 1976, Paolo VI lo volle affiancare (inizialmente come assistente) a padre Romeo Panciroli, allora direttore della Sala Stampa della Santa Sede e portavoce vaticano.
Otto anni dopo, nel 1984, passò al Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali come segretario e in tale veste è stato coordinatore della redazione di importanti documenti pastorali come “Pornografia e violenza nei mezzi di comunicazione: una risposta pastorale” del 1989, “Criteri di collaborazione ecumenica ed interreligiosa nel campo delle comunicazioni sociali” del 1989, l’Istruzione Pastorale “Aetatis Novae” sulle Comunicazioni Sociali del 1992, e cinque anni dopo, nel 1997, quella, molto innovativa per l’epoca, intitolata “Etica nella pubblicità” che analizza la forza di convinzione e spesso di pressione psicologica esercitata dalla pubblicità.
Don Pastore era in pensione dal 2003, ma da allora ha sempre continuato il suo apostolato nei media, in particolare a favore dei giornalisti e degli altri operatori, dei quali era grande amico perché sapeva essere loro vicino nei momenti delle prove, ad esempio andando sempre a trovare i colleghi che erano ricoverati in ospedale, con uno stile di vicinanza che caratterizzava il suo servizio. Così era rimasto nel cuore di tutti i vaticanisti ed era molto amato anche dai sacerdoti che vivono a Casa Assistenti, la residenza promossa a Roma dall’Azione Cattolica e che ospita anche i direttori degli Uffici della Cei e il segretario generale Nunzio Galantino. Domenica mattina don Pierfranco non è sceso a colazione e sono andati a cercarlo, trovandolo morto nella sua stanza. (Agi/Gi)

 

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